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neggia la cassa, oppure fuoriesce e danneggia altri colli, o ancora la struttura stessa dell’aereo. Tre tipologie diverse di danno! Un altro esem- pio: può capitare per che, se non sufficiente- mente stabile, il carico si muova, soprattutto in fase di decollo e atterraggio, creando quindi problemi. Ci sono precisi criteri di distribuzione del peso: le spedizioni ingombranti vanno fatte sempre su pianali rigidi, rispettando la sagoma dell’aereo. Con la nave è tutto più semplice: tutto ciò che è spedito è containerizzato. Non è così in volo: i container rigidi per gli aerei sono leggerissimi, di alluminio; per questo al loro in- terno la merce deve essere correttamente cin- ghiata.
In che modo inizia il vostro intervento?
Quando si presenta in accettazione un vettore con merce all’interno di imballi di legno il nostro dovere è controllare che sia idoneo al viaggio aereo. Premetto che il controllo di conformità fitosanitaria è demandato agli ispettori dell’uf- ficio fitosantario regionale. Noi ci occupiamo solo di verifiche tecniche. Oggi, il maggior nu- mero di spedizioni bloccate è in importazione: in esportazione ormai l’attenzione è maggiore. In casi di non conformità, danneggiamenti o instabilità evidente anche dall’esterno, faccia- mo quella che in gergo si chiama ‘riserva’: co- munichiamo sia all’autista del vettore, sia alla compagnia aerea per l’esportazione, allegando documentazione fotografica, lo stato non ido- neo del collo. A questo punto è la stessa com- pagnia a darci istruzioni, interfacciandosi con lo spedizioniere per sapere se rimandare la merce al mittente, o autorizzarci ad attivare la falegna- meria. La compagnia aerea ci chiede un preven- tivo, che viene trasmesso allo spedizioniere per l’approvazione. A quel punto ci vengono fornite le istruzioni per la riparazione e rendere il collo all’imbarco.
A quali esperienze deve le competenze che l’hanno condotta a organizzare la falegname- ria?
Ho lavorato in un’officina meccanica, poi con responsabilità operative all’aeroporto di Torino Caselle, per poi approdare a Malpensa cargo in Alha. La falegnameria come soluzione nasce dal contatto frequente e quotidiano con problemi gestionali che hanno poco tempo per essere ri- solti, ma la pratica non è sufficiente: ci siamo gradualmente formati grazie a corsi sulla pallet- tizzazione e sulla disposizione delle merci sugli aeromobili tenuti da Lufthansa, Alitalia e Cargo School. Oggi all’interno di Alha abbiamo creato un’academy e molti corsi li organizziamo inter- namente per i nostri collaboratori di Malpensa e degli altri scali dove siamo presenti. Alcuni temi che non rientrano nelle nostre competen- ze sono invece ancora erogati da realtà esterne.
Giuseppe Acampora, Facility Manager di Alha Group.
È responsabile di mezzi, manutenzioni e infrastrutture, compresa l’officina
per le riparazioni dei veicoli, i rapporti con fornitori, tecnici e operai, compresi quelli della falegnameria.
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